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La mostra “Intrecci d’arte” di Costi e Fornili ancora visitabile a Sarzano

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La mostra “Intrecci d'arte” di Costi e Fornili ancora visitabile a Sarzano

Sabato 6 e Domenica 7 Aprile sono gli ultimi due giorni di apertura della mostra “Intrecci d'arte” che Susi Costi e Monia Fornili hanno allestito nella Chiesa di San Bartolomeo in Sarzano.

Si tratta di un'esposizione unica nel suo genere dove si fondono in un unicum colori e parole.

Le realistiche immagini prodotte da Susi Costi si accompagnano al racconto che Monia Fornili ha scritto ispirandosi ai quadri stessi. L'unione delle due artiste che ha dato vita alla singolare iniziativa trae la sua origine da un fortunata chiacchierata programmato per esigenze lavorative tra Susi e Monia che si conoscono da sempre. L'esito dell'appuntamento è andato ben oltre i loro programmi e le loro aspettative. Nella Casetta dell'Elfo di Rio Torbido si sono incontrate due anime che, capendo di aver molto in comune, si sono scelte.

Susi Costi che arriva alla pittura dopo essere stata grafica quindi vetrinista, ha all'attivo la partecipazione alla Biennale di Milano e ha esposto alla Art Gallery di Milano.

Monia Fornili ha una formazione umanistica. L'insegnamento ha preceduto la sua attuale occupazione in ambito amministrativo e commerciale. Si occupa di recensioni di libri, mostre ed eventi culturali. Da anni scrive testi teatrali e racconti collaborando anche con autori locali

Le due artiste hanno deciso quindi di unirsi per perseguire un comune obiettivo culturale nel quale i soggetti raffigurati trovano risalto e evidenza nello scorrere del racconto dal titolo “Nel cerchio della vita”. Una storia di pura fantasia ambientata al Castello di Sarzano si snoda comunicando vicende di persone, animali e natura accomunati dal saper trasmettere sensazioni tanto vere quanto per certi versi sopite e inaspettate. La storia, molto popolata, spontanea e non artificiosa, procede in molto fluido e rapido tenendo il lettore attento sino alla sua conclusione. Non mancano approfondimenti descrittivi equilibrati e particolareggiati capaci di preparare il pubblico alla visione delle opere. Difficile dire se è preferibile leggere prima il racconto poi vedere le opere o viceversa perché l'unione simbiotica tra le due espressioni artistiche è spiccata al punto da poterle considerare un tutt'uno.

Nella mostra il percorso è evidenziato da una serie di sassolini che, come nella fiaba di Pollicino, accompagnano il visitatore tra i quadri esposti ognuno dei quali ha dietro una storia particolare.

Al di là del velo (olio e pastello su legno)

Solo in loco si potranno conoscere i protagonisti che hanno permessa la mostra.. Danilo, Viola, Papo, Jessica, Giulia, il gufo, il cerbiatto, l'ape sono solo alcuni di coloro che vi aspettano nella Chiesa di San Bartolomeo in Sarzano. La potrete conoscere le loro storie direttamente dall'artista. E attraverso gli occhi dei soggetti ritratti, con un artificio artistico di notevole impatto, potrete anche vedere l'Appennino e alcuni dei suoi tratti caratteristici facendo così un viaggio pur non muovendovi dal luogo dell'esposizione.

I soggetti proposti sono entrati a far parte della vita di Susi creando con lei un legame unico. Le opere sono molto realistiche, tali da potersi scambiare per fotografie. I tratti grafici sono impercettibili e rendono l'immagine reale, viva al punto da confondere il pubblico che è portato ad immergervisi.

Susi utilizza tecniche e materiali differenti per portare far emergere l'animo dei soggetti che ritrae. Sono i proprio i soggetti stessi e il loro vissuto che ispirano le scelte materiche operate dall'artista. Come unico è la persona dipinta, così è altrettanto unica l'opera. Dimensione, materiale e tecnica utilizzata rendono esclusivo il quadro non essendo mai replicato in nessun altro. Vecchie superfici legnose o pietre inusuali di varia origine divengono le tele sulle quali restano impresse le pennellate o i tratti grafici effettuati a olio, pastello o pastello secco. Susi adotta l'arte del recupero per proteggere ambiente e natura. Caratteristica questa che da la misura della sensibilità dell'artista.

Susi generalmente dipinge nella stanza dove è venuta alla luce. E' proprio li che ha il suo centro. E' il luogo dove si è ritrovata in modo inaspettato e imprevedibile, dove ha avuto coscienza se stessa nella veste artista. Altri luoghi hanno visto Susi dipingere. Sono questi gli stessi posti che avevano un legame con i soggetti ritratti. “Affinché l'opera prenda vita è necessario che il contesto ambientale in senso ampio sia quello che rende possibile la creazione”, afferma Susi.

La pittrice prosegue raccontando che instaura un rapporto speciale con i soggetti che ritrae guardandoli negli occhi. Attraverso il contatto visivo prende vita una connessione che determina l'ispirazione dalla quale si dipana l'opera.

“Se le forze stimolanti non sono connesse la scintilla non arriva. A maggior ragione se la si cerca in modo forzato. Giunge quando è il momento e spesso in modo non programmato e indipendente dalla mia volontà. E' un viaggio ogni volta che dipingo. Mentre lo faccio non mi accorgo di ciò che sta accadendo, non mi rendo conto della manualità, delle azioni che compio per dipingere. Non ho percezione concreta di ciò che faccio fisicamente. Sembra strano da dire e, immagino anche da ascoltare, ma ho l'impressione di essere guidata da qualche forza che va oltre me”. Queste sono le parole con le quali Susi da conto della sua attività artistica.

Il percorso della mostra consente allo stesso tempo, attraverso le parole di Monia Fornili di fare un escursus in alcuni temi che guidano lo scorrere delle vicende umane che, sebben declinati in modo diverso, per ciascuno costruiscono il proprio vissuto unico e irripetibile.

Ciò è posto in risalto dal video che viene proiettato in sala non stop e che consente al visitare di fissare ciò che trasmette l'esposizione in modo pressoché indelebile.

La finestra sui sogni (olio su vecchio scuro(

L'arte ha il compito di armonizzare chi ne fa strumento di comunicazione e divulgazione”: una delle frasi presenti nella premessa al racconto. Può essere letta come il concept del progetto artistico. Misura in modo sintetico ma concreto lo spessore artistico ed umano delle artistiche che hanno ideato il progetto che trova il suo fulcro nella capacità di emozionare. La fusione di due espressioni artistiche, benché distinte, trova compimento nella loro unione che fa esplodere in modo esponenziale la loro capacità di catturare il pubblico. Il fluire di immagini e parole evidenzia il potere della libertà di scelta di cui ciascuno è dotato. Indipendentemente dal giudizio del prossimo, ciascun individuo può e deve aspirare alla propria felicità conducendo un'esistenza tesa a raggiungere i propri desideri. Questo è il pensiero che Monia e Susi desiderano far giungere al loro pubblico chiamato a “emozionarsi di fronte al bello”.