Home Cultura Elda racconta: La neve

Elda racconta: La neve

629
0

Elda racconta: La neve

Dopo una notte molto riposante, mi sveglio dò un’occhiata all’orologio 8,20 così tardi?

Cosa mi è successo, domanda lecita per una come me, che da sempre si sveglia molto presto e che adesso deve stare ferma lì per non svegliare troppo presto, alzando le serrande, quelli che devono riposare, perché li attende una giornata di lavoro.

Salto giù dal letto (si fa per dire, coi miei anni dei gran salti non si fanno più) apro la finestra ed ecco che ai miei occhi appare colei che mi ha fatto riposare “la neve”.

Sorpresa e felice e qui i contadini mi ammazzeranno e anche quelli che avevano già tolto le ruote invernali.

Sì felice, chissà perché, ma la neve mi ha sempre fatto sentire questa sensazione di pace, di pulito.

Quest’anno si è fatta desiderare, nessuno ci pensava più, le temperature si erano già alzate, ma ecco che lei anche se in ritardo ci ha voluto salutare.

Io lì scalza col naso appiccicato ai vetri, non sento freddo, intorno a me un gran silenzio, non un cinguettio, non un rumore di moto o macchine, solo grandi falde che scendono silenziose, si appoggiano su quel leggero strato bianco che ormai ha ricoperto anche la mia amica Pietra.

Ecco che il mio pensiero comincia a vagare nel passato, quando quelli di Carnola, facevano la “rotta” per permettere al dottore o all’arciprete di raggiungerli e da ogni casa che si trovava sul tragitto uscivano gli uomini della famiglia e si univano a loro.

Palata dopo palata, davanti i più giovani che superavano la fatica cantando e gli altri dietro e alla fine gli anziani che con la loro calma aggiustavano il tragitto.

Rivedo mio padre che faceva gallerie sotto la neve per farci divertire e la stufa accesa che ci accoglieva col suo sano calore emanato dalla legna tagliata nei boschi attorno alla nostra montagna. Un calore vero, sano, adesso il caldo ce l’hai, ma non ti passa neanche nell’anticamera, sapere da dove proviene.

Ecco mi sveglio completamente e vado a dare un’occhiata ai miei gerani, meno male che ieri sera sentendo che la temperatura cambiava li avevo ritirati sotto al portico.

Ho fatto bene, per il momento non hanno sofferto e anche loro silenziosamente mi ringraziano.

Ridete? Guardate che bisogna “sapere” ascoltare.

Si mi ringraziano, come io ringrazio Dio che ancora una volta ha saputo sorprendermi.    Elda Zannini