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“La cattiva strada” inizia ad Acquabona

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Fabrizio De Andre’ sarà presente ad Acquabona l’11 maggio 2024 alle ore  21 per il prezioso tramite de “La cattiva strada”. Si tratta di una nuova formazione artistica composta da tre performer appenninici di rilievo: Francesco Boni, Marco Mattia Cilloni e Veronica Vezzosi che condividono un progetto che ha al centro il famoso cantautore genovese. Note e parole di De Andre’ sono state oggetto di importante studio e approfondimento per giungere all’iniziativa del debutto nel circolo arci di Acquabona. I brani proposti al pubblico sono stati selezionati dopo un’attenta valutazione che ha portato ad affiancare melodie più note ad altre meno ma comunque pregnanti di densi significati. Il livello poetico dei testi di Fabrizio De Andre’ verrà sottolineato dalla interpretazione di Francesco, Marco e Veronica che moduleranno sulle proprie corde le sonorità caratteristiche del cantautore.

Ai microfoni di Redacon illustrano il loro progetto dando modo ai lettori di conoscere le ragioni che costituiscono la solida base dalla quale si è sviluppato.

Marco Mattia Cilloni come nasce “La cattiva strada”?

“Abbiamo deciso di occuparci di questo progetto l’idea è partita qualche anno fa con Francesco Boni, è stato un po’ nel limbo a maturare e finalmente ha visto la luce nell’autunno scorso quando finalmente abbiamo preparato qualche brano. Si è unita anche Veronica con la quale avevamo già collaborato”.

Perché proprio la scelta è caduta su De Andre’?

“Intanto perché è un omaggio ad un grande in senso assoluto. Poi per scendere nel particolare per me ha significato molto. E’ da quando sono bambino che lo ascolto. E’ un piacere cantare e suonare la sua musica”.

Come è composta la vostra formazione? Come sono distribuiti i ruoli?

“Alla voce maschile che è la mia si affianca anche Veronica che oltre a fare i cori canta anche come solista. Francesco suona la chitarra classica e io suono quella acustica”.

Come ti sei trovato a cantare pezzi non tuoi?

“E’ la prima volta che canto canzoni di altri, una nuova sfida con la quale mi misuro.

Devo essere grato ad un’artista come De Andre’ per ciò che ha fatto in ambito artistico e non solo. Ha significato molto per me. Ha da sempre fatto parte della mia educazione e non solo musicale. Mentre lo ascoltavo avevo la percezione di stare imparando qualcosa della vita”.

Come è andata la preparazione dello spettacolo?

“I significati delle canzoni che abbiamo approfondito durante il percorso mi hanno fatto percepire la densità dell’importante repertorio di De Andre’. Sono sincero se dico che nella lettura dei testi e delle note mi sono sorpreso più volte e commosso anche. Mentre proseguiva il lavoro le emozioni avevano spesso il sopravvento. E’ stato un piacere davvero fare questo studio”.

Su quali vi siete orientati e perché?

“Abbiamo scelto brani classici “Bocca di Rosa” e “La città vecchia” ma anche pezzi della sua terza fase quali “Khorakhané” o  “Crêuza de mä”, impegnativi si ma anche  tosti dal punto di vista emotivo”.

Cosa vi ha portato a decidere di accompagnare le canzoni solo con le chitarre?

“Da sottolineare l’uso di solo due strumenti chitarra classica e chitarra acustica è stata una scelta artistica di rilievo che implica il voler dar spazio alle voci. L’idea è di mantenere un’assoluta semplicità che è la cifra del lavoro che ci siamo detti di portare avanti. L’assenza di artifici e la linearità di ciò che proponiamo è sottolineata anche dai luoghi nei quali ci esibiremo che volutamente sono molto basici. L’idea è appunto quella di mantenere la semplicità. Non abbiamo dato spazio ai ricciolini, abbiamo cercato di essere definiti dando spazio ai cantati e alle parole. Quando ti approcci ad un artista come De Andre’ c’è un po’ di timore. E’ opportuno stare attenti ed essere molto rispettosi.  In una battuta: ‘bisogna andarci piano’”…

Come sono stati interpretati i brani?

“Abbiamo cercato di rendere i pezzi nostri: alcuni li abbiamo ri-arrangiati, altri li abbiamo conservati nella veste originale. Non abbiamo potuto avere le orchestrazioni dei brani originali, devo però dire che le canzoni sono talmente belle e stese bene che anche solo con chitarre e voce “stanno sempre in piedi”. Invitiamo ad ascoltare bene i testi a meditarli e a capirli. In questo il pubblico sarà aiutato dalle atmosfere dei luoghi che ci ospiteranno riservati e che consentono raccoglimento e attenzione”.

Francesco, come nasce il trio?

“Con Marco siamo amici da una quindicina d’anni. Abbiamo già collaborato in passato con lo spettacolo dal titolo “Tre volte Appennino” con Marina Coli. Io e Marco cantavamo e suonavamo brani di Anima Montanara e de Lassociazione e Marina Coli che leggeva poesie delle nostre montagne. La voglia di rimetterci in gioco insieme c’era e quindi è venuta l’idea di De Andre’ che piace ad entrambi. Il trio si compone in modo naturale e spontaneo coinvolgendo Veronica che lavora da anni sia con me nell’iniziativa Medialuna che con Lassociazione. La stima reciproca è profonda al punto da fondere il rapporto di amicizia e professionale in un unicum”.

Che ruolo ha avuto De Andre’ nella vostra unione?

“Chi è cantautore come Marco e come me, non può non conoscere, amare e non prendere ispirazione da un maestro di questo rilievo. Quest’anno ricorre anche il venticinquesimo della morte e quindi a maggior ragione viene giustificata la scelta. Un omaggio di Marco e mio a De Andre’ prima o poi doveva esser fatto”.

Cosa è per te “La cattiva strada?

“Marco, che è il direttore artistico del progetto, va a esplorare sia canzoni tra le più conosciute ma anche altre che di sicuro sono tra le meno eseguite. Da qui ne esce un repertorio molto intimo, teatrale, da concerto e ne siamo fieri.

Abbiamo diverse date già fissate per questa estate, una delle quali anche al Rifugio Battisti. Stiamo cercando luoghi molto particolari, un’altra data è al Parco Canevari di Busana, location intime e particolari.

 

Veronica come hai deciso di partecipare a questa nuova iniziativa artistica?

“Ho deciso di fare parte del progetto dopo un primo momento di esitazione (dovuto inizialmente a una scarsa disponibilità di tempo per via di impegni personali e lavorativi), perché mi fidavo ciecamente della professionalità e del valore artistico di Francesco e Marco, con cui avevo già precedentemente collaborato in altre formazioni live”.

Conoscevi De Andre’?

“Conoscevo ovviamente De Andrè e ne apprezzavo i testi, ma non avevo mai approfondito a livello importante lo studio della sua musica e dei mondi che vi stanno dietro. Grazie a questo progetto ho potuto apprezzare a tutto tondo la grandezza di questo artista, in grado di disegnare scene di vita vera, persone, popoli, momenti storici tramite note e parole”.

Come entra la tua figura nella formazione?

“Francesco e Marco, e che hanno poi pensato di includere una voce femminile, al fine di raggiungere una chiave di lettura dei brani innovativa e meno frequente di quella data nelle già esistenti (e numerose) formazioni-tributo a De Andre’. Nella nostra interpretazione, il timbro corposo di Marco si lega bene al mio, più liscio e delicato, andando a creare ricercati chiaroscuri”.

Come sono stati scelti i brani?

Per quanto riguarda la selezione dei brani, abbiamo infine intenzionalmente cercato di unire quelli più conosciuti ad altri meno “coverizzati”, così da proporre il noto e il meno noto declinati secondo la nostra interpretazione.

 

Francesco Boni docente di musica, è un talentuoso chitarrista originario di Vetto d’Enza ma residente a Busana. La sua abilità nel suonare la chitarra si estende attraverso una vasta gamma di generi, dal tango alla musica classica all'accompagnamento. Anche se non si definisce un cantante, si diletta anche con il canto. E’ coinvolto in diverse iniziative artistiche fra le quali Anima Montanara, Landafurlà e Medialuna.

 

Marco Mattia Cilloni, Cantante, chitarrista, polistrumentista e compositore è cofondatore del gruppo folk rock "lassociazione" con il quale ha pubblicato cinque album in studio e un live.

 

Veronica Vezzosi, classe 1994, originaria di Cervarezza (Ventasso), ama la musica e canta sin da bambina in diverse proposte artistiche, dal teatro musicale al pianobar, sino ad arrivare a diverse formazioni in acustico (più recente fra queste “Medialuna”, progetto di brani mediterranei con influenze dal flamenco, jazz, bossa nova). Avendo già precedentemente collaborato con Francesco Boni (in “Medialuna”) e con Marco Mattia Cilloni (nel gruppo folk-rock “Lassciazione”). Oltre alle formazioni live, Veronica cura anche un suo progetto di cantautorato personale, in cui scrive e pubblica cover e brani propri sotto lo pseudonimo di “Veralibera”.