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Il ministero delle Politiche agricole ha approvato il piano di controllo della produzione di Parmigiano Reggiano proposto dal Consorzio

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Il ministero delle Politiche agricole ha approvato il piano di controllo della produzione di Parmigiano Reggiano proposto dal Consorzio. Da tempo il consorzio suggerisce ai suoi soci di non eccedere nella creazione di forme di formaggio, allo scopo di mantenere i prezzi all’ingrosso a livelli remunerativi. Da adesso, quei suggerimenti diventano un obbligo: il Consorzio stabilirà una sorta di “quota formaggio” per ogni caseificio, con multe pesanti se sarà superata.
La possibilità di autoregolamentare i quantitativi di produzione è stata ammessa due anni fa dall’Unione europea, per dare stabilità al reddito dei produttori. L’anno scorso il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha preparato il suo piano, poi sottoposto all’assemblea dei caseifici consorziati, che lo hanno approvato con una maggioranza del 96%. Questa settimana il ministero delle Politiche agricole ha dato il via libera definitivo.
Per il periodo 2014-2016 è ammessa una produzione annua massima di 3.250.000 forme di Parmigiano Reggiano, 29.000 in meno di quelle prodotte nel 2013, ovvero 1.750.000 tonnellate di latte all’anno trasformato in Parmigiano.

“Abbiamo lavorato per anni per poter gestire una ordinata crescita della produzione – dice Giuseppe Alai, presidente del Consorzio -, indispensabile per tutelare i redditi dei produttori di una Dop storicamente esposta a fortissime oscillazioni della produzione e, conseguentemente, delle quotazioni. Un prodotto a lunga stagionatura come il Parmigiano Reggiano ha dinamiche di mercato particolari, con riflessi sui prezzi al consumo, sulle scorte e sui redditi che si registrano in un arco temporale che va dai 20 ai 36 mesi rispetto al momento della produzione. La regolazione dell’offerta è strumento fondamentale per dare stabilità al comparto e tutelare lavoro e investimenti”.

2 COMMENTS

  1. Io non mi intendo di produzione latte e relativo Parmigiano, ma ho sempre sentito i contadini “brontolare” per la storia delle quote latte. Ripeto, non ne capisco nulla ma, ad occhio e croce, chi veramente avrà dei guadagni dalla limitazione di questo prodotto è il Consorzio… Se qualcuno vuole spiegare meglio di come ha fatto Alai che, ovviamente, è di parte e sempre in campagna elettorale… Grazie.

    (MB)

    • Firma - MB
  2. Un’altra idea geniale. Limitiamo la produzione, senza tener presente che di riflesso si limita anche lo sviluppo zootecnico. Politiche incomprensibili per un prodotto che di fatto può instaurare un regime di monopolio. Se producessi latte mi verrebbe voglia di portarlo oltre il Po. In bocca al lupo ai produttori.

    (Serb)

    • Firma - Serb