Home Cronaca La dipendenza… moneta di un mercato mai in crisi

La dipendenza… moneta di un mercato mai in crisi

30
0
Eliseo Bertani (3)
Eliseo Bertani

 

Un mercato mai in crisi, che non smette di produrre profitti ed arricchirsi: è il mondo delle dipendenze; attraverso la voce di Eliseo Bertani, Dirigente del Ceis di Reggio Emilia,  raccontiamo l’esperienza di chi segue questo fenomeno da 30 anni.

 

D. Partiamo dall'articolazione della vostra struttura, il Ceis.

R. Il Ceis è articolato in una sede amministrativa e gestionale a Reggio Emilia con Centro Studi, accoglienza per primi colloqui e Primo Incontro, attività ambulatoriali per le dipendenze patologiche (alcol - cocaina - giovani - gioco d’azzardo - dipendenti anonimi), la struttura di Casa Flora per persone con problematiche fisiche importanti, la struttura dei percorsi socio-assistenziali per il re-inserimento sociale, lo sportello per gli immigrati con la scuola d’Italiano e l’incontro domanda-offerta per i servizi di assistenza agli anziani, gli appartamenti per madri e bambini, la Comunità terapeutica di Bellarosa, Il Centro Osservazione e Diagnosi di Carpineti, la Comunità per minori di San Isidoro.

 

Da quanto tempo operate?

Questa complessa realtà opera nella città di Reggio Emilia dal 1982 e ha iniziato la sua attività per iniziativa del Comitato Cittadino Antidroga, costituito da un gruppo di genitori di tossicodipendenti in contatto con il Ceis di Roma e ovviamente col nostro Presidente Don Giuseppe Dossetti; nel tempo ha visto svilupparsi ed esplodere una serie di fenomeni sociali a cui cerca, anche attraverso il coordinamento con le aree pubbliche e sanitarie, di costruire servizi di cui il territorio ha bisogno.

 

In Montagna c’è un centro Ceis a Carpineti, che tipo di servizio offre?

A Carpineti il C.o.d.cerca di dare una risposta efficace e professionale alla disintossicazione da alcol, eroina, cocaina ma anche thc, ecstasy - con un costo per la collettività di gran lunga inferiore rispetto alle rette ospedaliere (anche grazie al lavoro del volontariato che arricchisce di molto il nostro Centro); il fenomeno della dipendenza da alcol è particolarmente in crescita, per vari e differenti motivi: una sostanza che si trova ovunque e anche “a buon mercato”, socialmente accettata e condivisa ad ogni latitudine del mondo, con comportamenti appresi nell’adolescenza e portati avanti ininterrottamente anche dagli adulti, tutt’ora non abbastanza discussi perchè di alcol se ne parla poco e male.

 

Il lavoro di recupero della comunità terapeutica come si svolge, che risultati produce?

A Bellarosa di Canali c’è la comunità terapeutica in cui la persona inizia un percorso rispetto al problema di  dipendenza sviluppato da cui dovrebbe uscirne con maggiori consapevolezze e arricchimenti personali; la strada tracciata è quella del Ceis di Roma nato a fine anni Settanta con Don Mario Picchi, sacerdote e cappellano della stazione Termini, contro il fenomeno allora dirompente  dell’eroina; il modello a cui si fece riferimento proveniva dall’America, dalla comunità Day Top Village di New York, il progetto educativo in Italia prende il nome di Progetto Uomo e lo spirito che ci accompagna fin dagli esordi è rimasto immutato: ciò che interessa è sempre l’uomo e il rimettere al centro potenzialità assopite, cammini interrotti dalle sostanze. Quando si ha una persona recuperata non grava più sullo Stato, non  entra in carcere, può dare il suo contributo allo sviluppo della società… Quando comunque si parla di recupero siamo sempre in un territorio d’analisi difficile da stilare; sul nostro sito si possono leggere alcuni importanti dati www.solidarieta.re.it .

 

Per svolgere un percorso è necessario entrare in una struttura protetta?

Assolutamente no, negli ultimi anni abbiamo sviluppato servizi non - residenziali che offrono un percorso psico-educativo, attraverso il sostegno e il lavoro di figure professionali che articolano la loro attività nei gruppi terapeutici e nei colloqui individuali settimanali.

Al momento lavoriamo con Progetto No Alcol - Percorso No Cocaine - Happy Hour (ragazzi al di sotto dei 25 anni) - GDA (dipendenti anonimi).

Inoltre per le tutta la cittadinanza offriamo il “Primo Incontro”, ogni mercoledì sera dalle 20.30 alle 22.30 in Via Codro, anche festivi - perchè la droga non va mai in ferie! -, gratuitamente, qualsiasi cittadino può accedere al nostro servizio: è un incontro in cui il Presidente e alcuni volontari presenti da anni accolgono le persone nuove che necessitano di una prima consulenza perchè hanno scoperto di avere un problema tra le mura domestiche, ma possono essere comunque anche amici, fidanzati/e; ogni persona che sviluppa una dipendenza coinvolge nelle sue dinamiche almeno 7 o 8 persone, che chiaramente necessitano di sostegno e interventi protetti.

Attraverso il Primo Incontro si accede quindi a lavori più mirati e strutturati sulle richieste e i problemi emersi dalle persone. Accanto ad ogni persona c’è una rete sociale che va coinvolta e che se ben inserita può aiutare prontamente a favorire cambiamenti salutari ed equilibrati.

 

Droghe: come ci si arriva? Quali le più insidiose?

Rispondo con una domanda: chi sono oggi i dipendenti? In passato avremmo potuto dire che c’erano categorie più esposte, oggi è un problema trasversale che comprende avvocati, medici, dirigenti d’azienda, muratori, operai… il fenomeno della cocaina ha sdoganato la figura del tossico-dipendente che stava nelle stazioni e faceva la colletta…

Perchè dietro c’è un mercato nero che sa fare molto bene il suo lavoro; dai Paesi in guerra ad esempio arriva eroina a bassissimo costo a cui i nostri giovani  accedono molto facilmente e che ora, piuttosto che iniettata, viene fumata come uno spinello; oppure il gioco d’azzardo che come vediamo è un fenomeno diffuso ovunque…

C’è però sempre una ragione molto profonda per cui una persona cade in una dipendenza, ed è quella dimensione che va indagata… La persona che ha un disagio profondo sta male, da qui com’è che si passa ad essere dipendenti? Noi uomini siamo portati a sedare il nostro malessere… se troviamo un “sedativo” che fa per noi troviamo una stampella, più la si usa più crea dipendenza, la quale per sua natura porta poi a modificare il contesto sociale...

 

Gli italiani giocano alle macchinette una strabiliante cifra di 84 miliardi di euro (per fare un paragone: il discusso contributo dell'( per mille alla chiesa Cattolica è di 1 miliardo di euro): 14,76 miliardi sono stati spesi su internet e altri 69,96 miliardi su rete fisica (di cui l’8,53% viene speso in Emilia Romagna, per 7,22 miliardi di euro: oltre al gioco anche in Appennino assistiamo a diversi tipi di dipendenza?

La montagna è contraddistinta da una comunità in genere molto solidale ma soprattutto sugli aspetti concreti; sugli aspetti intimi delle persone è molto chiusa e questo genera una minore esposizione delle persone che sviluppano un problema di dipendenza, hanno timore e se ne vergognano.

I gruppi Alcolisti Anonimi e Acat (anche per le famiglie) presenti sul territorio fanno fatica ad attecchire; l’alcol è storicamente la sostanza d’abuso dell’Appennino anche se i giovani stanno virando anche su altro, cannabinoidi o cocaina, che emerge però solo con eclatanti fatti di cronaca…

Alle dipendenze da sostanze passiamo poi alle dipendenze che si manifestano nei comportamenti, come il gioco alle macchinette e naturalmente quello “invisibile” on-line, oppure lo shopping compulsivo, il cibo…

 

La società moderna come vede i dipendenti?

Potremmo dire che ci sono gli indifferenti (e sono la gran parte), i favorevoli ad un certo tipo di atteggiamento edonisitico, i bacchettoni moralisti e le persone attente. Ma sulle droghe, almeno che non capiti vicino a te, c’è disinteresse.

 

32 anni di Ceis come hanno cambiato l’uomo?

Abbiamo visto nel tempo dei veri miracoli, situazioni rifiorite di cui non potevamo immaginare nulla; se un uomo crede in un percorso può fare grandi cose; è un seme difficile quello che abbiamo piantato perchè per l’uomo è più facile lasciarsi andare alle sue pigrizie o mettere tutto a posto con un farmaco, invece nell’uomo è già presente una capacità di autocura. L’augurio che faccio a me stesso e al Ceis è quello di mantenere sempre al centro l’uomo, in passato la povertà in un certo senso ci ha aiutato in modo creativo, oggi indubbiamente il benessere ha modificato e complicato la situazione.

 

E Dio in mezzo a questo mare di problemi e dipendenze dov’è?

E’ qui. E’ decisamente qui: dove abbonda il peccato abbonda la grazia (San Paolo).

 

(Natascia Nobili e Gabriele Arlotti)