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La storia dell’officina di “Barba”: punto di riferimento dei ragazzi di Casina negli anni ’80

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L' l’officina di "Barba", all’inizio di Via Ca’ Matta a Casina, era molto più di un garage dove si riparavano motorini, biciclette e tutto quello che aveva almeno due ruote, per i giovani del paese negli anni '80.
"Aveva sempre la battuta pronta e ogni giorno sopportava noi ragazzi, che ci riunivamo nella sua officina,  d’estate e d’inverno, restando ore a parlare - ha ricordato Davide Vignali, uno "dei ragazzi", in un post su Facebook - Doveva essere molto paziente, considerando che mediamente per i nostri motorini spendevamo da lui si e no 1.000 lire al mese. Nell’officina di Barba c’era il cartello “DOMAИI SI FA CREDITO”, con la “N” scritta al contrario, perché all’epoca non era importante aver studiato: per essere un bravo meccanico ci voleva esperienza". Tanti sono gli aneddoti legati all'officina: "Una volta ci raccontò che di ritorno da Reggio per acquistare ricambi in magazzino, venne fermato dai Carabinieri sulla SS63 - ha continuato Vignali - Gli fecero aprire il baule e vedendo canne da pesca e pezzi di qualsiasi genere gli chiesero che lavoro facesse. Lui rispose: “Il contrabbandiere”. I Carabinieri, non conoscendolo, non accolsero di buon grado questa risposta e Barba restò fermo in strada per controlli parecchio tempo, prima di poter far rientro al suo negozio". Un uomo molto apprezzato da tutto il paese,

L'officina di "Barba" negli anni '80

che non venne mai dimenticato.

Il vero nome di "Barba" era Franco e si scoprì solamente il 30 agosto 1989, quando a soli 41 anni morì per un malore improvviso. Il giorno del suo funerale tutti i ragazzi si presentarono con i loro vecchi motorini accompagnando il carro funebre al cimitero di Giandeto sgasando: "Era il nostro saluto in onore dell’amato meccanico, e la cosa che ricordo benissimo è che non ci eravamo messi d’accordo tra di noi prima di farlo, visto che non esistevano i cellulari. Ci siamo semplicemente presentati tutti in motorino perché era quello che ci sentivamo di fare" ha raccontato.
L’officina continuò ad esistere per alcuni anni grazie al motocrossista Cimino. Il suo vero nome Vignali lo conosceva ma, come per Barba, in molti lo impararono dopo, quando poco più che 35enne morì. Una storia travagliata, a tratti quasi maledetta, ma che ancora oggi emoziona chi quegli anni li ha vissuti "in motorino sempre in due".

L'officina di "Barba" ora
Negli anni '90 l’officina venne rilevata da Romei, che - dopo una parentesi difficile che vide il decesso di uno dei meccanici a causa di un incidente stradale - riuscì ad andare avanti per anni. "L'attività si spostò, però, a Castelnovo dove si trova tuttora, - ha concluso Vignali - lasciando Casina senza un’officina specifica per motorini e biciclette e con il ricordo di tre bravi meccanici".

1 COMMENT

  1. In effetti la storia dell’ officina di Barba parte molto prima degli anni ‘80 e noi, ragazzi tra il ‘60 e il ‘70, la frequentavamo già quando il proprietario – meccanico era il mitico Armando, forse parente di Franco o almeno così dicevano. Il cortiletto prospiciente l’officina diventava la sera il parcheggio di tutti i motorini dei ragazzi delle frazioni di Casina e, alla fine del film nell’allora Cinema di Casina, c’era una partenza di moto e motorini da far invidia alla MotoGP. Grazie a Davide per il bel ricordo.

    Vulzio Abramo Prati

    • Firma - Vulzio Abramo Prati