Per aprile sono previsti 3.710 nuovi contratti in provincia di Reggio Emilia. Il dato – che emerge dall’analisi dell’Ufficio studi della Camera di commercio dell’Emilia sui dati del Sistema Excelsior - appare in crescita (+11,7%) rispetto al mese di aprile 2023.
Dopo il +4,2% di marzo, continua a salire quindi il numero dei contratti che le aziende reggiane prevedono di attivare in queste settimane e nei prossimi mesi.
Il buon andamento dovrebbe interessare tutto il trimestre aprile-giugno, con un risultato superiore del 5,4% a quello dello scorso anno e un numero di nuovi contratti attestato a 12.600 unità.
Le imprese che attiveranno nuovi contratti rappresentano 15% sul totale e, fra i dati significativi dell’analisi, spicca la quota del 38% riservata ai giovani, ma anche la presenza costante delle difficoltà nel reperimento delle figure desiderate dagli imprenditori, presenti nel 50% dei casi.
I contratti proposti sono per il 73% rappresentati da lavoro dipendente (24% tempo indeterminato, 42% determinato e 7% di altro tipo) e per il 27% da forme ‘flessibili’ (23% somministrazione/interinali in e 4% di collaborazione/partite Iva/altri).
I primi 5 settori di attività per nuovi contratti programmati nel mese di aprile sono i servizi di alloggio e ristorazione e turistici (550 nuovi contratti e +5,8% rispetto ad aprile 2023), le industrie meccaniche ed elettroniche (490 nuovi contratti, +36,1%), il commercio (450 unità, + 80%), le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (320 nuovi contratti) e le costruzioni (290 unità, +16%).
Le tre professioni più richieste in valore assoluto sono gli addetti nelle attività di ristorazione (460 unità, per il 44,5 % dei casi considerati di difficile reperimento), gli addetti alle vendite (210 unità, con un 24% dei casi di difficile reperimento) e i conduttori di veicoli a motore (190 unità, per il 58,3 % di difficile reperimento).
I titoli di studio più richiesti riguardano la qualifica di formazione professionale o diploma professionale, con 1.460 nuovi contratti (il 39,3% sul totale); a seguire, i diplomi di istruzione di livello secondario, con 1.040 unità (il 28%), mentre per chi esce dalla scuola dell’obbligo vi sono 680 nuovi contratti disponibili e per il livello universitario e l’Its Academy ci si attesta a 520 unità.
L’esperienza nella professione è particolarmente richiesta per i titoli di studio più elevati (54,5% dei casi), mentre scende al 13,3% per quelli intermedi e al 14,3% per la scuola dell’obbligo.
Per quanto concerne le figure professionali, i dati camerali attestano che nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica, la domanda di tecnici in campo ingegneristico è infruttuosa nell’ 84,7% dei casi, mentre quella di tecnici della distribuzione commerciale nell’80% dei casi. Di difficile reperimento anche gli ingegneri e gli analisti e specialisti nella progettazione di applicazioni, entrambi nel 73,9% dei casi di difficile reperimento.
Nell’ambito degli impiegati e nelle professioni commerciali e nei servizi, sono di più difficile reperimento i professionisti qualificati nei servizi sanitari e sociali (79,3% dei casi), gli operatori della cura estetica (48,4% dei casi), gli esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione (44,5% dei casi) ed i professionisti qualificati nei servizi personali (37% dei casi). Per quanto riguarda gli operai specializzati, le maggiori difficoltà di reperimento si scontano nella ricerca di operai specializzati delle lavorazioni alimentari (nel 73% dei casi, di difficile reperimento), di operai addetti alle costruzioni ed al mantenimento di strutture edili (70,4% dei casi), di operai specializzati nell’installazione/manutenzione di attrezzature elettriche/elettroniche ( nel 67,9% dei casi) e di meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse e mobili (nel 64,5% dei casi, di difficile reperimento).