Il 30 aprile sarà la giornata dell’orgoglio Coldiretti, con non meno di 50mila agricoltori in tutte le province d'Italia che, da nord a sud si mobiliteranno per riunirsi in 96 assemblee per costruire, partendo dalla base, le prossime battaglie che vedranno Coldiretti impegnata nei mesi che verranno in vista anche delle elezioni europee. Tutto nell’anno delle celebrazioni degli 80 anni della più grande associazione agricola d’Italia e d’Europa.
Anche a Reggio Emilia si svolgerà l’assemblea provinciale nella mattinata di domani 30 Aprile, all’Auditorium Malaguzzi, per incontrare i soci reggiani. Il presidente Matteo Franceschini e il direttore Alessandro Corchia, insieme ai dirigenti provinciali, incontreranno gli associati per affrontare, vari temi quali la necessità di garantire trasparenza sull'origine degli alimenti con la raccolta di un milione di firme per promuovere una legge europea che imponga l'indicazione chiara dell'origine su tutte le etichette alimentari. “Non è più tollerabile assistere a scene come quelle vissute durante la nostra protesta al Brennero una settimana fa – spiega il presidente Matteo Franceschini - dove abbiamo visto come prosciutti, concentrato di pomodoro, frutta e verdura diventavano sostanzialmente prodotti italiani, dopo l'ultima trasformazione. L'eliminazione del codice doganale per l'origine dei prodotti alimentari è una delle nostre priorità”.
Domani si parlerà anche di proteggere il territorio dall'invasione della fauna selvatica incontrollata con la necessità di interventi immediati per salvare il patrimonio agroalimentare nazionale sempre più sotto assedio.
“La proliferazione di specie come i cinghiali sta mettendo a rischio le coltivazioni e la sicurezza nelle campagne italiane – sottolinea il direttore Alessandro Corchia - servono misure urgenti per contrastare queste minacce. Ai danni alle coltivazioni si aggiungono quelli causati dalla peste suina africana che si sta diffondendo proprio a causa dei 2,3 milioni di cinghiali oggi presenti sul territorio nazionale. La peste suina sta mettendo in pericolo gli allevamenti suinicoli sul territorio e, con essi, un settore che tra produzione e indotto vale circa 20 miliardi di euro e dà lavoro a centomila persone”.
Verranno infine affrontate tutte le questioni ancora aperte in Europa, legati alle richieste contro le importazioni sleali, il falso made in Italy o quella per la richiesta di un piano invasi, fino ad arrivare alla moratoria dei debiti a favore delle aziende agricole che hanno investito e che in questi ultimi due anni hanno subito l'aumento dei tassi di interesse e forti problemi reddituali.