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Ti amo, in tutte le strade del mondo

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VALESTRA (Carpineti, 9 luglio 2011) – Innamorato, probabilmente un lui, forse non corrisposto. E’ l’identikit di un uomo, forse un ragazzo, che vuole raggiungere la sua innamorata con i canonici modi del messaggio e dei fiori, infischiandosene però di sms e web. E osa, pertanto, quello che fa l’Homo Sapiens sapiens dai tempi della scrittura: decanta il suo amore su pietra o, considerati i tempi, su graniglia e asfalto, a cospetto del monte magico di Valestra. E per gradire, anche, un bel mazzo di rose.

La bella storia “on the road” di questo cavaliere del nuovo millennio inizia, pare, lo scorso sabato 2 luglio. Lungo la comunale del Vo’, tra Carpineti a Valestra, al mattino è visibile sul manto stradale una prima scritta “Tvb” e un cuore, entrambi realizzati con vernice bianca; per gradire, un elegante segno di galanteria: sul ciglio della strada è posata delicatamente una rosa rossa.

Il tempo e l’usura cancellano la scritta e, chissà, forse il segnale che non arriva a destinazione. Lui non si perde d’animo, lavora nottetempo, e nella mattina di sabato 9 luglio appare ai numerosi automobilisti in transito il nuovo messaggio di Romeo in chiave montanara: stessa curva, stesso luogo, stesso cuore che batte e che osa di più. “Tvb – io voglio te”. E, in questa occasione, azzarda ulteriormente: sul guardrail dà bella mostra di sé un operosissimo mazzo di rose rosse, cui il caldo torrido di queste ore estive riserverà poche ore di splendore. Giulietta lo avrà notato, si interrogano i diversi lettori che, sul sito www.redacon.it, stanno leggendo questa notizia?

Comunque sia al cuor non si comanda e, certo, l’amore viaggia anche sulle strade del mondo.

(Gabriele Arlotti)

2 COMMENTS

  1. Go’ da mente un lavoro… lo volete un rastrello? L’intervento di Merensio testimone dei fatti
    Sono basito nel leggere questo sito di informazioni e fienagioni una simile sciocchezza.
    Sono Merensio e abito proprio di sotto al Vò.
    Mo’: adesso vi racconto come lè la storia. L’altra sira avevo appena finito di far su il fieno e, siccome metteva brutto, sono andato nel campaccio sotto la strada del Vo’ a cattar su le balline.
    Un’auto la s’ ferma di sopra, coi lampioni accesi, e vedo un giovinotto che scanchera qualcosa in terra. Poi si vede una nuvola bianca che, pensavo nella mia fronte, si trattasse di uno di quei canoni che fanno tirare l’economia ora. Stavo per chiamare il mio amico maresiallo, ma la Sip non mi ha ancora riallacciato il telefono, perchè dicono che sono moroso (ma la morosa non la ho perchè l’Oca non si decide a venire in vegg) dato che l’agricola non va mica bene da un po’.
    Messo il carro nel portico, lo stacco e, con uno scingolio che faceva ribresso salgo a manetta sulle piste dell’uomo. Quando arrivo, però, il grimaldello è già andato via.
    In terrà, dato che ho fatto la tersa, c’è una iscrisione “TVB” che, gò da mente, significhi “ti voglio bastonare”, proprio come ispiegava mio nonno Mengo alla nonna Filomena quando si lamentava che beveva troppo aceto.
    Per fortuna che ciò sempre un lume e Fulmine, il mio cane bastardo che dà la balla a quelli della festa della trifola di Cavola, d’imprincipio inzia a cercare i tartufi lì attorno. Però è un cane romantico che, quando le cagnette dlà da Seccià sono al cane, si dimentica di ubbidire al suo padrone. Nell’arbasino vedo che si mette a dimenare il codone tutto sgomento, sono convito che abbia fiutato qualcosa e, invece, è lì che nasa na rosa.
    Quasi quasi mi commuovo. Con l’agricola che va male, i caprioli nei prati, il Parco che libera i lupi, il Parmigiano che ce lo fregano a Parma, c’è chi ha tempo per queste barzigole qui.
    Se passate da Bebbio un rastrello c’è per tutti, innamorati e rifiutati, ma almeno non perditempo, come tutti i lettori che leggono questa inutile storia.

    (Merensio da Bebbio)