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Lettera agli okkupanti

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Cari Ragazzi,

ho saputo che il “Cattaneo” è okkupato, e mi sono detto: “grandioso”!
Avete fatto proprio bene!
Non ve lo dico solo per i giusti motivi politici, quelli per molti di voi sono solo un pretesto.
Un giusto pretesto.

L’okkupazione è molto di più!

Okkupazione è socializzazione, è vivere insieme momenti importanti, fare amicizia, al di là delle età e delle classi, è trasgredire tutti insieme, ma nello stesso tempo è rispettare quelle regole che voi stessi vi sarete imposti, di comune accordo.

Okkupazione è rimpossessarvi di ciò che è vostro, avere tra le mani la vostra scuola e viverla veramente come vostra. Ragazzi, ricordatevelo, la scuola siete voi! Fatene buon uso!

Okkupazione è ribellione, e se non si è ribelli alla vostra età, quando sarebbe giusto esserlo?!

Okkupazione è fermento creativo, fantasia, intraprendenza, idee, progettare qualcosa con le proprie mani e con soddisfazione portarlo a termine.

Okkupazione è fatica, coraggio, talvolta tensione. È assumersi delle responsabilità.

Okkupazione è festa, è la celebrazione dell’essere giovani. Pensatevi come fuochi d’artificio sino a poco tempo fa spenti, ancora incartati nelle vostre scatole; ora la miccia si è accesa, per fortuna non ha fatto cilecca, e coi vostri colori incandescenti vi state precipitando nel cielo, nel nostro mondo tutto blu e con qualche stella, e siete pronti a esplodere, a mostrare tutta la vostra luce, a lasciarci abbagliati, a bocca aperta, capaci di sussurrare: “Che spettacolo…”.

Okkupazione è il sorriso della ragazza con le treccine che finalmente riesce a parlare col ragazzo di quinta, quello alto e muscoloso, e scopre che in realtà non se la tira come sembra; è il sudore dei giovani redattori alle prese col giornale della scuola; è l’orgoglio con cui i vostri rappresentanti, i vostri politici in miniatura, pianificano queste giornate; è il fermento nelle aule, durante i gruppi di discussione; sono i vostri cartelloni a lettere cubitali, gli striscioni, gli slogan; sono i pettegolezzi, le lunghe chiacchierate, i dubbi, le risate, i lamenti.

Okkupazione è comunicazione.

Okkupazione è democrazia.

Infine, ve lo dico per esperienza, occupazione è ricordo. Anch’io frequentavo il “Cattaneo”, facevo il liceo, ne sono uscito cinque anni fa. Nei miei anni non è mai stata fatta un’okkupazione (purtroppo la maggioranza era sempre contraria), ma ogni autunno puntualmente arrivava la settimana (o anche più) di autogestione. Ed erano giorni fantastici. Ancora li ricordo, li ricordo meglio delle poesie di Catullo (che pure mi piacevano), meglio degli integrali e delle matrici (anche perchè queste le ho proprio rimosse, e non le rimpiango), meglio di ogni altra cosa, gite a parte. Li ricordo con nostalgia e gratitudine, e con essi ricordo tutti i miei compagni di avventura, uno per uno, non dimentico nessuno, e mi viene da dire: siamo stati grandi!

Ora faccio l’insegnante, ma credetemi: sono ancora uno di voi!
E lo sarò per sempre!

Federico Zannoni
(per gli amici Pepe)