Home Cronaca Maratona di calcio a cinque per i bambini soldato

Maratona di calcio a cinque per i bambini soldato

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Una maratona di calcio a cinque per salvare i bambini soldato. Succederà il 6 gennaio, giorno dell’epifania, che significa rivelazione. In questo caso, l’intento è rivelare una realtà, strapparla dall’ombra, renderla pubblica. L’appuntamento è in palestra a Carpineti, dalle 2 del pomeriggio fino a mezzanotte. Dieci ore per impegnarsi, giocando. L’iniziativa è stata portata avanti da un paio di giovani della montagna. L’idea è venuta fuori dal desiderio di sfruttare le vacanze e lo spirito natalizio, aperto e generoso verso fasti e regali, per un buon motivo: aiutare e conoscere una realtà che fa male, molto male.

I più piccoli e indifesi sono una preziosa risorsa per i signori della guerra coinvolti nei venticinque conflitti che insanguinano la terra. Arruolati in tenera età, sono avviati alle brutture della violenza e della morte. Non sui banchi di scuola ad imparare la storia e la matematica, ma per le strade, dietro palizzate, cancellando la storia della loro vita ancora acerba e contando quante teste sono cadute sotto i loro colpi di mitraglia: questi i bambini soldato, questi gli esseri umani che cessano di essere umani durante la guerra e dopo la guerra, quando la speranza di un futuro dovrebbe invece farsi strada.

Spesso, una volta raggiunti gli accordi di pace, questi combattenti educati al cinismo, non hanno spazio e sono abbandonati alla loro sorte. Non sono presenti strutture in grado di reinserirli nella società, nelle comunità in cui sono nati e fino ad un certo punto cresciuti. In difficoltà sul fronte della ricostruzione materiale e sociale, i Paesi che escono da un lungo periodo di conflitti, non riescono a sopperire alle esigenze di base. Ne risente soprattutto la condizione dei bambini, destinati a restare fantasmi, memoria di un passato che incombe e di cui pare impossibile liberarsi. Prostituzione, colla sniffata al bordo delle strade, rifugi di sporcizia e cartone, criminalità: come se l’inferno conosciuto con le armi fosse divenuto per sempre contrassegno d’identità.

Mentre i rapporti dell’Onu e delle organizzazioni non governative denunciano che gli aiuti al terzo mondo stanno fortemente diminuendo a favore delle spese militari, una maratona di calcio a cinque potrebbe raccogliere abbastanza fondi per contribuire al recupero dei bambini soldato in Liberia e nel mondo. L’opportunità si è delineata con l’incontro di Kimmie Weeks, un ventitreenne liberiano che ora guida un importante associazione che difende i diritti dei bambini, Peace for Kids. Kimmie Weeks è sopravvissuto alla guerra civile della Liberia, dove ha conosciuto la morte. A dieci anni, scampato dal colera per l’ostinazione della madre che percosse il corpo emaciato di suo figlio fino a rianimarlo prima che fosse sepolto, Kimmie Weeks decise di dedicare la sua vita per i bambini, vittime e carnefici. Era volontario in improvvisati ospedali da campo quando per la prima volta un neonato ferito a morte spirò tra le sue braccia. Fondò con altri coetanei, a quattordici anni, la prima organizzazione umanitaria liberiana, Voice of the Future, la “voce del futuro”. Dopo che l’Unicef decise di sostenere il suo progetto per il disarmo dei bambini soldato, Kimmie Weeks scrisse un rapporto che testimoniava come l’esercito ufficiale arruolasse dei bambini soldato. Condannato a morte, lasciò la Liberia in esilio nel gennaio del 2000. Gli Stati Uniti gli concessero asilo politico.

Studente in Massachusetts, ora Kimmie Weeks è in procinto di fare ritorno in Africa occidentale dopo cinque anni. Nel gennaio 2005 viaggerà tra Sierra Leone, Liberia e Ghana, dove sono stati allestiti dei campi profughi, per portare l’attenzione internazionale sul problema dei bambini soldato, per fare pressione sulle agenzie dell’Onu, sulle autorità locali, sui governi dei Paesi ricchi per ottenere i contributi necessari a costruire scuole e servizi sociali per i minori che hanno vissuto la guerra. Kimmie Weeks sarà accompagnato da ricercatori e attivisti, per osservare i miglioramenti compiuti dalle amministrazioni locali per il reinserimento dei bambini e per valutare la possibilità di altri interventi di aiuto, e inoltre da una troupe della Bbc, che realizzerà un documentario.

La difficoltà è raccogliere risorse sufficienti per definire e concretizzare i programmi di recupero, che consistono in particolare nel portare a scuola il maggior numero di bambini un tempo soldati. Kimmie Weeks, ambasciatore Unesco e rappresentante Unicef, partecipa alla Tree Learning Iniziative promosso dall’Unicef, che si propone di aprire a più di 1 milione di bambini le porte dell’istruzione. Immagini, numeri, parole, libri, ed infine il gioco, un valore perso tra le sparatorie e le esecuzioni sommarie di guerre in cui le vittime, per il 90%, sono civili, bambini, che si ammazzano tra loro. Come restare indifferenti?

Il 6 gennaio, in palestra a Carpineti, si tenderà la mano verso bambini che forse, un domani, grazie anche alla nostra solidarietà, potranno conoscere il gioco ed il sorriso.

Per saperne di più:

PEACE FOR KIDS

PIU' FORTE DELLA GUERRA, articolo sulla storia di Kimmie Weeks

RITORNARE PER I FIGLI DELLA GUERRA, articolo sul viaggio di Kimmie Weeks in Africa occidentale nel gennaio 2005

ARMI E NUMERI, articolo sul traffico d'armi e gli aiuti allo sviluppo