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Vino / Preoccupazione della Regione per la proposta di riforma europea

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La riforma dell’organizzazione comune del mercato vitivinicolo, attualmente in discussione a Bruxelles e che dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno, rischia di avere ripercussioni negative sulla qualità del prodotto e sulle garanzie a tutela dei consumatori.

E’ questo il grido di allarme che viene lanciato dalla Regione Emilia-Romagna e dalle organizzazioni emiliano–romagnole che fanno parte del Tavolo vitivinicolo regionale.

In una lettera inviata al Ministro delle politiche agricole De Castro, ai Presidenti delle Commissioni agricoltura della Camera e del Senato, ai Parlamentari europei della Commissione agricoltura, agli Assessori all’agricoltura delle altre Regioni italiane e delle Province autonome, Tiberio Rabboni, assessore all’agricoltura dell’Emilia-Romagna, esprime, anche a nome del mondo produttivo emiliano romagnolo, “fortissima preoccupazione per quanto sta emergendo in sede europea” e che “fatalmente penalizzerebbe in modo irreversibile la vitivinicoltura di qualità del nostro Paese, nonché la certezza del consumatore europeo di un prodotto agroalimentare fatto esclusivamente di uva”.

Nella lettera Rabboni chiede di “valutare le preoccupazioni del tavolo vitivinicolo emiliano–romagnolo e della Regione Emilia – Romagna”, auspicando “un’ampia condivisione delle osservazioni emiliano – romagnole e la definizione di una posizione comune italiana nei confronti della proposta europea”.

Al centro della riforma europea dell’Ocm Vino c’è la necessità di ridurre la produzione, attualmente eccedente rispetto alle richieste di mercato.

Da qui una serie di proposte - a partire dal taglio indiscriminato per tutti i Paesi europei delle superfici coltivate a vite - che rischiano di penalizzare proprio i Paesi tradizionalmente vocati a questa produzione, creando una situazione di “concorrenza sleale” con altre realtà, in particolare del nord Europa e soprattutto danneggiando i consumatori con prodotti di scarsa qualità.

Lo stesso obiettivo di contenimento della produzione comunitaria di vino – questa è in sintesi la posizione dell’Emilia-Romagna – si può ottenere valorizzando proprio le produzioni di qualità come ha dimostrato l’esperienza del nostro Paese che, negli scorsi anni, ha ridotto le superfici a vite, ma ha conquistato nuovi spazi di mercato, in particolare all’estero.