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Secondo, quarto e quinto potere

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Il rapporto tra amministrazioni pubbliche e organi d’informazione (stampa, radio, tv, web) non è sempre cosa semplice da esplorare e gestire.
Crediamo che chiunque riceva una notizia (indipendentemente dal canale attraverso il quale tale notizia viene diffusa) possa e debba legittimamente aspettarsi che essa gli giunga chiara e corretta e, nel limite del possibile, completa e imparziale.
Tutti i media dichiarano ovviamente la loro massima obiettività e la migliore attenzione e dedizione nell’espletare il loro lavoro; di essere al servizio del cittadino; di essere la voce del lettore / ascoltatore / telespettatore / navigatore. Intenti nobili ed espressi di certo in buona fede e con cristalline intenzioni.
Siccome però siamo uomini di mondo e sappiamo bene che, nell’agire quotidiano, ciascuno persegue un proprio (legittimo) scopo e una propria (legittima) politica, constatiamo quanto, sul campo, le inevitabili connessioni tra questi due sistemi - amministrazioni e media; politica e informazione - possano dare risultati non sempre brillantissimi.

Distinzione dei ruoli

Vediamo nel nostro piccolo, sull’Appennino reggiano. Succede - sono cose risapute - che corrispondenti di giornali ricoprano al tempo stesso cariche elettive e scrivano, magari anche indirettamente, sulle azioni amministrative da quegli stessi organi esplicate; che corrispondenti siano al tempo stesso dipendenti (o professionisti ad incarico, non è qui questione rilevante) di enti sui quali, ugualmente, si trovano a scrivere; od ancora, che corrispondenti siano al tempo stesso incaricati con mansioni di “ufficio stampa” dalle stesse amministrazioni. Un groviglio obiettivamente non semplice da dipanare.

Squilibri

Con tutta la buona fede che ovviamente si può attribuire ai giornalisti in questione, è evidente che il rapporto di chiarezza verso il lettore può rischiare di perdere qualche pezzo.
Non solo. Un altro portato sgradevole di tale situazione è anche la non paritarietà che si viene a stabilire tra i vari organi d’informazione rispetto alle singole amministrazioni. I corrispondenti che si trovano nei “punti-nodali” di cui sopra saranno favoriti nel reperimento di notizie di prima mano, a discapito di chi tale situazione (purtroppo per lui e per la sua testata) non può vantare.

Importanza della comunicazione

A fronte dell’aumentato numero degli organi d’informazione che in questi anni si occupano più in particolare del nostro Appennino (alcuni da tempo molto recente), si deve prendere atto che le amministrazioni si sono trovate impreparate, sguarnite di appositi uffici per le relazioni esterne. Tali amministrazioni - certamente interessate al fatto informativo, alla comunicazione pubblica, alla più vasta platea possibile di lettori / recettori - per ovviare si sono rivolte a quei professionisti che potessero garantire maggiormente questo accesso, avendo magari già un rapporto in essere con un organo con una buona diffusione nella zona d’interesse. E quanto i rapporti interpersonali, in questo senso, facciano la loro parte, lo si può verificare semplicemente aprendo, ad esempio, un quotidiano. Si troverà che esponenti della tal organizzazione o della tal categoria o della tal parte politica saranno più spesso ospitati sulla tal testata piuttosto che sulla tal altra. Determinando (o rischiando di determinare) fenomeni “a spirale” quantomeno antipatici. Anche indipendenti dalla già ovviamente presente, libera, scelta editoriale del tal organo in questione.

Uffici stampa

Un ufficio stampa, anche sobrio, ma organizzato quel tanto che basta, dovrebbe permettere invece - come espressione di chiaro, giusto e dovuto atteggiamento “super-partes” che deve informare in ogni campo l’azione della pubblica amministrazione - di mantenere il corretto profilo nei confronti del sistema comunicativo. In breve e quasi in forma di slogan: “a tutti gli organi il medesimo comunicato nello stesso momento”. Si tratti di dichiarazioni, note, avvisi, convocazioni di conferenze stampa, invii di ordini del giorno o che altro. E’ vero, e ce ne rendiamo ben conto, che esistono pure municipalità di piccole dimensioni che hanno anche altre urgenze (oltrechè pochi fondi). Ugualmente la soluzione potrebbe non essere un fatto insormontabile. Forse sarebbe sufficiente prevedere appropriate associazioni e/o convenzioni. Così come già si fa in altri settori.

Auspicio

Dato dunque questo il panorama dello stato organizzativo delle amministrazioni montanare nei confronti dei cosiddetti “quarto e quinto potere”, conseguenza diretta - “lineare”, si può dire, nella sua stortura - è, come si diceva, che alcuni organi si troveranno in oggettivo svantaggio rispetto ad altri, indipendentemente dalla loro buona volontà di fare onesta informazione.
La comunicazione è vita, oltrechè diritto sacrosanto del cittadino. Nostro auspicio è che questa situazione possa evolversi trovando man mano soluzioni sempre più rispondenti ad elementari criteri di equità. A beneficio dei cittadini. Cioè di ciascuno di noi.