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Più di un mese dal rientro del GAOM dall’Etiopia

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Da ormai oltre un mese sono rientrati i due gruppi di volontari partiti nel febbraio scorso per Gambo e Shashemene, in Etiopia. Come da programma, molte attività sono state svolte e tutti i partecipanti, al loro rientro, sono apparsi molto soddisfatti della quantità e della qualità del lavoro svolto.

In particolare, ci racconta Alberto Campari, “a Gambo è stata incrementata la scorta dei medicinali ad uso ospedaliero e i nostri chirurghi hanno affiancato il chirurgo locale permettendogli di imparare nuove tecniche che ora può applicare anche in assenza dei colleghi italiani.

Dal punto di vista delle infrastrutture, sono terminate, dopo sei anni, le opere di ristrutturazione sia dell’ospedale che della missione. A Shashemene è stato rinnovato l’allevamento delle galline ovaiole, giunto lo scorso anno a fine ciclo, e, dopo un incontro con il comitato dei lebbrosi, sono stati allontanati dalla gestione coloro che seguivano i lavori solo per interesse e non per il bene comune.

E’ partito inoltre l’allevamento di mucche da latte gestito dai ragazzi in difficoltà della baraccopoli. Si tratta di 10 vacche Frisone, tutte gravide, che tra giugno e luglio dovrebbero partorire altrettanti vitelli. Importante a questo proposito è stato aver fatto scorta di fieno, crusca, sale e mangime, poiché da sei mesi non piove e si prevede che le prossime piogge non arriveranno prima di luglio: questo significa che il fieno fresco si avrà solo a novembre….

Sempre a Shashemene è stata ultimata la costruzione del sesto villaggio per lebbrosi e sistemato l’impianto elettrico di tutti i villaggi. E’ stato montato il “riunito” dentale spedito dal GAOM ed effettuati i normali lavori di manutenzione sia nella missione che nelle strutture parrocchiali”.

Ma il vero successo della spedizione è stato un altro. Continua Alberto: “A parte i miglioramenti tangibili, ci sembra fondamentale sottolineare due aspetti gestionali che a noi sono sembrati particolarmente importanti perché permetteranno alla gente locale di proseguire anche senza la presenza di aiuti esterni; in altre parole, in futuro, dovranno essere autosufficienti. Il primo aspetto è che Elias Gionas, un ragazzo del posto, è stato nominato responsabile dei lavori del GAOM in Etiopia. Il secondo: al fine di responsabilizzare i ragazzi locali abbiamo organizzato, negli ultimi anni, incontri formativi a questo riguardo e gli stessi ragazzi della baraccopoli, figli di lebbrosi che a stento fanno un pasto al giorno, hanno capito a tal punto l’importanza di questi incontri, che non hanno chiesto aiuti materiali o cibo, ma solo di poter continuare gli incontri formativi per diventare finalmente autosufficienti”.

Conclude Alberto Campari: “Il nostro obiettivo era quello di fare delle cose per arrivare alle persone e pensiamo sinceramente di essere sulla strada giusta”.

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  1. Ancora una volta complimenti ai generosi volontari di G.A.O.M. che da molti anni prestano la loro opera in Etiopia. E’ di buon auspicio per il futuro vedere come anche i giovani aderiscano a questo gruppo che contribuisce al riscatto di popolazioni che versano nella più assoluta indigenza. Spero giovi ricordare che è possibile versare a G.A.O.M. il contributo del 5 per mille in fase di dichiarazione dei redditi. Un gesto, a mio avviso, che procura la soddisfazione di vedere risultati concreti attraverso le relazioni e gli incontri informativi promossi da Alberto e di aiutare i nostri compaesani a dare lustro al nostro paese.

    (Cristina Casoli )