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Blitz contro subaffitti e sfruttamento: a Vetto scovati otto clandestini, interviene anche un battaglione di Milano

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VETTO (11 dicembre 2008) - Due private abitazioni, nel centro abitato di Vetto, secondo le prime risultanze investigative dei Carabinieri di Castelnovo ne' Monti e della Polizia municipale dell’associazione Matildica-Val Tassobbio, potrebbero essere state utilizzate quale fonte di lucro a danni di clandestini nordafricani in cerca di fortuna. Come? Tramite il subaffitto dei medesimi locali e il loro impiego in neo in attività lavorative sottopagate.

E' questo il triste scenario che potrebbe emergere a seguito di una mirata attività investigativa ora avviata dai Carabinieri di Castelnovo ne' Monti a seguito dei controlli operati alle prime ore di ieri mattina dagli stessi militari che, con la collaborazione del personale della Polizia municipale dell’associazione Matildica-Val Tassobbio e dai colleghi del Cio del Battaglione Carabinieri Milano, hanno proceduto alle dovute verifiche all’interno di due private abitazioni risultate abitate da clandestini.

L’attività condotta da Carabinieri e Polizia municipale ha consentito di identificare i presenti all’interno delle abitazioni accertando la presenza di clandestini oltre che a molteplici finalità quali: accertare eventuali violazioni ai sensi della vigenti normative che prevedono l’obbligo da parte del proprietario di denunciare i locatari dell’immobile, appurare le condizioni igienico-sanitarie dell’appartamento e conseguentemente lo stato della sua abitabilità, verificare eventuali condizioni di subaffitto in nero e l’impiego degli irregolari in attività lavorative inosservanti delle leggi sul lavoro, accertare eventuali condotte che possano aver favorito la permanenza nel territorio dello Stato di cittadini clandestini.

Il blitz scattato alle prime luci della scorsa mattina ha consentito di localizzare complessivi otto “inquilini” (4 per abitazione), tutti clandestini, dimoranti nei locali tenuti in mediocri condizioni igienico-sanitarie; quindi di effettuare specifici rilievi che documentano lo stato dei luoghi e che hanno fatto emergere irregolarità alloggiative di natura amministrativa; di avvuare dovuti accertamenti, per riscontrare eventuali condizioni di subaffitto che emergerebbero stando alle prime risultanze supportate dalle dichiarazioni dei clandestini; di avviare una parallela attività investigativa in ordine alla fattispecie delittuosa dell’intermediazione e occupazione di manodopera clandestina. Quest'ulimo risconto in considerazione del fatto che se i clandestini pagavano il subaffitto pare sia implicito che recepivano un reddito illecitamente distribuito da coloro che eventualmente li impiegavano in nero.

Gli operanti hanno avuto cura di giungere nei due immobili oggetto delle attenzioni investigative alle prime ore della mattina del 10 dicembre sorprendendo nel sonno gli occupanti evitando quindi possibili fughe anche grazie la cinturazione dei due immobili adibiti a private abitazioni garantendo l’identificazione dei presenti.

Mentre si attende che le indagini dei Carabinieri facciano piena luce sia sugli aspetti dell’eventuale subaffitto in nero da parte che sull’eventuale impiego di manodopera clandestina, sono già scattati i primi provvedimenti nei confronti degli 8 clandestini di nazionalità marocchina aventi un età compresa tra i 21 e i 34 anni.

Tre di loro, Messrar JIAOUAD 21enne, Tabni HASSAN 33enne (entrambi colpiti da provvedimento di espulsione della Questura di Reggio Emilia 15.3.2007) e Nouredine MOHAMED 25enne (colpito da provvedimento di espulsione della Questura di Mantova il 2.10.2008) sono stati arrestati per non aver osservato l’espulsione, mente mentre i restanti cinque connazionali sono stati avviati presso il competente ufficio stranieri per i provvedimenti di espulsione che verranno loro comminati.

L'operazione scattata nel vettese non è certamente occasionale, in quanto le risultanze investigative fanno ritenere che gli immobili in questione siano una base di appoggio per cittadini nordafricani clandestini, anche in transito, motivo per cui al riguardo gli uomini del capitano Mario Amoroso hanno avviato i dovuti accertamenti condotti nel massimo riserbo al fine di comprendere l’entità di tali transiti.

Non solo l’attività che i Carabinieri di Castelnovo ne' Monti stanno conducendo potrebbe rivelare anche una presunta condizione illecita circa l’eventuale impiego in nero dei clandestini localizzati in attività lavorative a giornata. Un aspetto che i Carabinieri stanno sviluppando sulla scorta delle risultanze investigative e che hanno portato all’avvio di un indagine parallela per il reato di intermediazione e occupazione di manodopera clandestina.

E mentre tali circostanze sono al vaglio, il forte sospetto peraltro è che tali situazioni di degrado sociale e di sfruttamento di immigrati possano avvenire attraverso compiacenti connazionali senza scrupoli regolarmente presenti in Italia e che si avvalgono dell’ulteriore compiacenza di artigiani che impiegano a giornata in nero i clandestini.

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