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720mila euro dal Parco al bosco. “Ma non siamo un ente di bonifica”

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All'intervento di Claudio Bucci sul periodico dell'Unità pastorale delle parrocchie del crinale "Oltre la Sparavalle", ripreso da Redacon e in parte già anticipato in un commento dello stesso Bucci inviatoci a suo tempo, replica il presidente del Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano, Fausto Giovanelli.

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Il Parco nazionale investirà 720mila euro di lavori e azioni di manutenzione del territorio e in particolare del bosco. A tanto ammontano i progetti presentati dal Parco e finanziati dal Psr (Piano di sviluppo rurale) che saranno realizzati entro l'anno dalle imprese locali a Sparavalle, Bismantova, Cadoniche e altre numerose località. È una boccata d'ossigeno importantissima per un intero settore di lavoro dell'alto Appennino, che in questo 2012 di crisi soffre come non mai le riduzioni della spesa pubblica e il taglio alle risorse delle comunità montane e dei comuni. Questi 720mila euro di lavori andranno esattamente nelle direzioni richieste: 1) valorizzare la risorsa bosco; 2) riavviare forme di manutenzione del territorio; 3) recuperare l'agibilità della viabilità interpoderale e dei sentieri.

Basteranno a risolvere il problema del lavoro in Appennino? Certamente no. Peró daranno una buona mano, concretamente e subito! Basteranno a far apprezzare il Parco a chi chiede di impegnarsi in quelle direzioni? Ci spero, ma ne dubito. Forse per questo non basterebbe neppure fare 10 volte tanto! In verità queste non sono le prime e non saranno le ultime azioni del Parco in questo campo. Ricordo, solo per l'anno scorso, il sentiero del Sassolungo alla Pietra, i dieci percorsi naturalistici attorno al lago del Cerreto, il sentiero 00 e l'alta via dei Parchi, i lavori convenzionati col Cai sulla segnaletica, i lavori in nove castagneti in collaborazione col Gal, i lavori di apertura paesaggistica a Bismantova e Sparavalle... e ne tralascio molti altri. Aggiungo invece che ulteriori 280mila euro stanno per essere investiti nel paesaggio agricolo a Bismantova. Altri ancora a passo Cerreto, Poiano, Succiso, Sologno, Primaore, fonti e abitato di Cervarezza. Tutti questi sono fatti e delibere con nomi, cognomi, date, luoghi e numeri. Fatti che hanno la testa dura, senza colore politico, che andranno avanti in Appennino nei prossimi mesi... e valgono più di ogni polemica. Alle polemiche vorrei dedicare meno parole possibile... Ma il confronto delle idee ci deve essere. All'amico Claudio Bucci e a chi la pensa come lui vorrei dire apertamente: "investiamo volentieri 720mila euro per dare lavoro, ma il Parco nazionale non è e non sarà mai un consorzio di bonifica montana". Non ne ha i mezzi, non preleva contributi dai proprietari, non preleva nè ici, nè imu, nè altro. Non ha come funzione quella di sostituirsi agli enti pubblici e ai privati nella manutenzione ordinaria del territorio, cosa che va fatta sempre e ovunque, prima e dopo il parco e non solo, per fortuna, nei territori dei parchi. Ciò che spetta alle bonifiche montane lo fanno, al meglio delle loro possibilità, i consorzi. Il Parco cercherà sempre più di collaborare con loro. Ma se facesse lo stesso" mestiere" dei consorzi sarebbe un doppione. Allora sì, tradirebbe la sua missione. La missione dettata dalle leggi 394/91 e 344/97, dal decreto istitutivo, dal citato documento, che è stato riportato in minima parte, e infine dal piano di sviluppo economico e sociale, approvato all'unanimità dalla comunità di parco e che consta notoriamente di 105 progetti, tra cui strategici sono parchi di mare e d 'Appennino, Atelier delle acque e Parco nel mondo. È più che legittimo non condividere questa impostazione. Non è giusto, però, e non è accettabile che si parli di "tradimento delle ragioni per cui questo parco è stato pensato" ed è nato.

(Fausto Giovanelli)