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Lutto per la cultura, si è spento Gino Badini

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Gino Badini e, alla sua destra,  Giuseppe Adriano Rossi: erano intervenuti al raduno di Redacon lo scorso maggio
Gino Badini (a sinistra) e, alla sua destra, Giuseppe Adriano Rossi: erano intervenuti al raduno di Redacon lo scorso maggio

 

Si è spento così, come forse chiunque innamorato del proprio mestiere potrebbe auspicare per il proprio commiato dalla vita. Sul ‘proprio teatro’ che, in questo caso, era il suo impegno presso la sede della Deputazione di Storia  Patria, presso il palazzo della Provincia in città. Era Gino Badini, 73 anni, storico, direttore di Reggio Storia e già direttore dell’Archivio di Stato di Reggio dal 1974 al 2007, ma anche presidente dell’Istituto reggiano per la storia del Risorgimento e presidente emerito dell’Associazione Stampa Reggiana “G. Bedeschi” (fu lui a volerci nel rinnovato consiglio). Quest’oggi, all’ora di pranzo, la moglie Deanna, non vedendolo rientrare a pranzo si è allarmata e ha effettuato la triste scoperta.

“Persona affabile, disponibile – ricorda Michele Campani, direttore – era sempre presente alle iniziative della montagna. ‘Per me è come andare a nozze’ mi rispondeva divertito ai miei inviti, l’ultimo dei quali domenica prossima, quelli precedenti ai raduni annuali di Tuttomontagna. Un legame fortissimo, il suo, con l’Appennino, la sua storia ampiamente descritta nella sua rivista, le sue persone, la sua cultura. Con lui, che ne era stato tra gli ideatori, ho avuto il piacere di condividere ‘Media Memoriae’ il convegno nazionale dei cronisti delle tradizioni e dei periodici di culture e storie locali”. Grande l’amicizia con molti montanari e colleghi di storia, tra i quali la famiglia di Giuseppe Giovanelli, incredula alla morte dell’amico.

Proprio giovedì scorso Gino Badini illustrava ai componenti dell’Associazione Stampa reggiana la trasferta ultima ad Alessandria per ‘Media Memoriae’, la premura di mantenere un profilo ristretto, non potendo coinvolgere le oltre 2.500 testate presenti in Italia, l’edizione del prossimo anno…

Aveva proposto, anche, per l’anno venturo un incontro congiunto con il Rotary sui temi dell’informazione a livello nazionale e, proprio giovedì scorso, era stato applaudito dai colleghi per la sua nomina a benemerito dell’Arma.

“Nel 2009 era stato coinvolto– ricorda Ivano Pavesi, presidente emerito del Conva – dalla Comunità Montana e dal nostro consorzio alle Celebrazioni per gli 850 anni del Formadio e, all’inizio degli anni Novanta aveva effettuato una particolare ricerca che aveva dato valore storico a diverse produzioni montane (Pecorino dell’Appennino reggiano, Salame Fiorettino, Pancetta canusina, Erbazzone…) che ancora oggi a lui devono un concreto riconoscimento per le tutele ottenute”.

“L’improvvisa morte del dottor Gino Badini, presidente onorario dell’Associazione provinciale Stampa Reggiana – scrive Giuseppe Adriano Rossi, suo successore - , ha profondamente colpito la grande famiglia dei giornalisti reggiani. Per sette anni ha guidato con saggezza l’Associazione come dinamico presidente dandole nuovo slancio e un forte impulso e facendosi promotore di tante iniziative. Con lui scompare una formidabile figura di studioso, di giornalista, di animatore di iniziative culturali”.

Lo scorso maggio era salito in Appennino, al Castellaro, al ritrovo di Redacon – Radionova – Reggio Meteo, per incontrare la nostra realtà informativa in previsione delle celebrazioni del prossimo anno.

A luglio aveva introdotto l’incontro di presentazione del volume di Arnaldo Tincani, altro storico amico, sull’abbazia di Marola, alla presenza del vescovo Massimo Camisasca

Ora per Gino il compito di riordinare la storia tra le fila del Cielo. Dove, certo, ora avrà nuovi mezzi per approfondire la passione di una vita. Assieme alla moglie Deanna, lascia i figli Elena e Paolo, cui porgiamo le più sentite condoglianze. Non ancora fissata la data delle esequie.

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IL PROFILO

Gino Badini, 68 anni, si era laureato in giurisprudenza, era avvocato, diplomato in archivistica, paleografia e diplomatica. Dal 1984 era presidente dell’Istituto reggiano per la storia del Risorgimento, e dal 2008 presidente della Deputazione reggiana di Storia Patria.. A maggio aveva ceduto il timone della presidenza dell’Associazione stampa Reggiana “G. Bedeschi” a Giuseppe Adriano Rossi che, a sua volta, aveva proposta la nomina a presidente emerito.

Prima ancora era stato dirigente dell’Archivio di Stato di Reggio Emilia nel periodo 1974-2007. Dal 1981, in qualità di professore a contratto aveva insegnato materie archivistiche e della ricerca storica nelle Università di Bologna (Facoltà di magistero), di Parma (Facoltà di economia e commercio) e nell'Ateneo di Firenze (Facoltà di lettere e filosofia). Aveva insegnato inoltre nelle Scuole di archivistica, paleografia e diplomatica di Parma e Mantova. Fu vicepresidente nel periodo 1986-1993 dell’Istituto dei beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia Romagna. Autore di numerosissime monografie storiche e di un manuale di Archivistica ecclesiastica (giunto alla III edizione); giornalista pubblicista dal 1981 ha collaborato con diversi giornali locali e con riviste nazionali. Sua creatura è la rivista trimestrale “Reggio Storia”, per la diffusione della cultura storica e per la valorizzazione del patrimonio documentario in ambito locale, di cui era direttore.

Sei anni fa aveva contribuito all’ideazione ‘Media Memoriae’ il convegno nazionale dei cronisti delle tradizioni e dei periodici di culture e storie locali. Membro del Rotary, negli ultimi giorni era stato nominato benemerito dell’Arma che, lo scorso giovedì, gli era valso l’ultimo applauso dei colleghi nel consiglio dell’Associazione stampa reggiana.

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IL CORDOGLIO DELLE ISTITUZIONI

E’ scomparso un grande uomo di cultura, cui Reggio Emilia deve molto e con il quale, rispettandone il grande valore, abbiamo sempre collaborato, anche in occasione della recente visita del professor Giuliano Amato del dicembre 2011, per le celebrazioni del 150° dell'Unità d'Italia.

Per oltre trent'anni direttore dell'Archivio di Stato, Gino Badini da tempo proseguiva i propri studi negli uffici della Deputazione storia e patria ospitati a Palazzo Allende, dove purtroppo oggi è mancato, proprio mentre si dedicava alla sua rilevante attività di storico. Esperto dei vari periodi nei quali Reggio Emilia è stata protagonista delle vicende italiane ed europee, ha animato ricerche e gruppi culturali preziosi. Mancherà a questa città, a questa provincia, a tutti noi. Ed è con profondo cordoglio e grande affetto che ci stringiamo alla moglie, alla famiglia, sicuri di rappresentare tutta la comunità reggiana.

Sonia Masini

Presidente della Provincia di Reggio Emilia

Esprimo il dolore mio personale e del Consiglio provinciale per la improvvisa scomparsa di Gino Badini. Con lui se ne va la memoria storica di Reggio Emilia. Lo ricordiamo come un uomo di grande cultura, signorilità e riservatezza, di cui abbiamo sempre apprezzato la grande passione per la storia, in particolare quella locale, la costante propensione alla ricerca storica che si è tradotta in numerosi volumi, l'attenzione verso i giovani studiosi locali, favorendo la pubblicazione dei loro lavori.

Gianluca Chierici

Presidente del Consiglio provinciale

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Aggiornamento 25 settembre ore 11

Il Centro diocesano di studi storici “Mons. Francesco Milani” partecipa vivamente al dolore della famiglia del dottor Gino Badini, collaboratore competente ed esemplare nel progetto della storia della Chiesa di Reggio Emilia–Guastalla. Si associa pure alla Deputazione di storia patria nel ricordo grato e riconoscente degli innumerevoli studi da lui magistralmente eseguiti e pubblicati, ma ancor più del suo impegno generoso nel valorizzare il patrimonio archivistico civile ed ecclesiastico e nell’appassionare i giovani alla ricerca e alla riflessione storica. Nella speranza cristiana, i responsabili del Centro diocesano di studi storici custodiscono con affetto la sua memoria.

Mons. Giovanni Costi

Prof. Giuseppe Giovanelli

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Aggiornamento 25 settembre ore 11,45

Oggi, mercoledì 25 settembre, alle ore 18, nella chiesa parrocchiale di Sant'Agostino, a Reggio Emilia, sarà recitato il Santo Rosario per l'amico Gino Badini.

 

3 COMMENTS

  1. Conobbi Gino quando, ragazzi, si percorrevano su e giù le vasche sotto i portici di Via Emilia San Pietro. Era un po’ più giovane di me, un paio d’anni, in quell’età dove due anni sono tanti. Malgrado questa differenza d’età aveva legato con noi “vecchi” grazie anche al suo eterno sorriso. Poi ci perdemmo di vista per rincontrarci una decina d’anni fa, forse quindici, quando scrissi alcuni articoli per Reggio Storia. Uno in particolare lo interessò al punto di venire a Castelnovo affinché lo accompagnassi da Luigi Bombardi il quale era venuto in possesso, rinvenendolo durante la demolizione di un antico caseggiato a Ramiseto, di un antico codice del Vallisneri del ramo di Nigone. Osservò con attenzione il grande registro dove erano raccolte le grida del Conte e poi trascorremmo un paio d’ore a ricordare gli ormai antichi amici. In quella occasione mi raccontò che da piccolo la sua famiglia fu sfollata a Moziollo e volle che lo accompagnassi a rivedere la casa che aveva abitato. Ricordava con affetto e nostalgia questi trascorsi montanari ed ebbi l’impressione (ma solo di impressione si trattava) che nutrisse un po’ d’invidia nei miei confronti. Poi ci perdemmo nuovamente di vista per rivederci a Castelnovo in occasione della presentazione del suo libro sui Carabinieri a Castelnovo ne’ Monti, scritto assieme a Cristiana Boni. Era stato ufficiale dell’Arma e ne era orgoglioso. Poi ancora le nostre strade si divisero e questa sera lo ritrovo in questi 10 minuti di ricordi.

    (Giordano Simonelli)

    • Firma - giordanosimonelli
  2. Partecipo personalmente e a nome dell’Amministrazione Comunale di Castelnovo ne’ Monti al dolore della famiglia e dell’intera comunità reggiana per l’improvvisa scomparsa del Professor Gino Badini. Esprimo commosso la nostra profonda stima e la nostra riconoscenza per il suo unico, prezioso e generoso lavoro di storico, uomo di cultura e delle istituzioni artistico-culturali della nostra provincia e del nostro paese. Amico della montagna lascia in tutti noi un carissimo ricordo delle sue grandi doti di umanità, conoscenza e capacità.

    (Gian Luca Marconi, sindaco)

    • Firma - Gian luca Marconi Sindaco
  3. La morte del Professor Badini mi ha trapassato come una freccia velocissima arrivata dal nulla. Pochi mesi è durata la mia conoscenza di lui avvenuta all’inizio di questo anno, ma che dentro me risuona come qualcosa di molto più profondo come la perdita di una amicizia vecchia di anni. Gino era persona affabile, in grado di poter tenere un discorso vivo per ore ma per indole grande ascoltatore. Non interrompeva, non faceva pesare il suo gran sapere e parlare con lui dava sempre la sensazione di essere uno scambio alla pari anche su argomenti che lui conosceva nei dettagli più reconditi. Uomo curioso, mite, aperto a nuove esperienze e progetti; da subito l’ho considerato come un tesoro da cui attingere, imparare, conoscere. Il suo sorriso rompeva le distanze e la sua disponibilità dava confidenza. Avevamo maturato progetti assieme che unissero le nostre capacità in un unico momento creativo ed evocativo. Lo storico e il narratore, era un sogno che ci univa che ora apparentemente mi sembra spezzato senza possibilità di ricomposizione. Ma forse non sarà così, Gino Badini ha lasciato una traccia importante, indelebile della nostra terra e di sé: molte pubblicazioni, ricerche, relazioni. Questo è rimanere nella storia oltre il proprio tempo. Toccherà a noi ricercare le trame spezzate per riunirle fino a ritrovare l’essenza di quest’uomo davvero speciale. Così come ho avuto la fortuna che lui venisse presentato a me ora io nel ricordo lo presento ai giovani che non lo hanno conosciuto e lancio un appello che sarebbe bello venisse accolto: se qualche studente laureando che avesse indecisione sull’argomento di tesi si lasciasse prendere dal desiderio di andare a ricercare la vita e le opere di quest’uomo farebbe insieme una gran bella scoperta e un servigio a Reggio Emilia e alla sua comunità. Con sincera stima e ammirazione

    (Chicco Salimbeni)