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Visitando la discarica di Poiatica

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Iren
L'ing. Paterlini parla alla stampa

Non è piaciuta ad IREN Ambiente la lettera dei parroci sulla discarica di Poiatica e soprattutto l’accostamento alla “terra dei fuochi”!

Per dimostrare che l’azienda cui affidiamo lo smaltimento dei nostri rifiuti fa di tutto per gestirli secondo legge, ha chiamato i giornalisti a Poiatica (e non è la prima volta!) e ha fatto fare loro un giro a piedi fino ai confini della discarica, dove si stanno sversando le ultime tonnellate di rifiuti che può accogliere il quinto lotto e dove è già pronta la voragine del sesto lotto contestato dalle associazioni ambientaliste.

Facevano da guide in questo ambiente “lunare” i dirigenti operativi di IREN Ambiente capitanati dal Direttore Generale ing. Roberto Paterlini, che ha spiegato la storia della discarica a partire dal 1996 quando la Comunità Montana decise di attivare qui a Poiatica, dove c’erano cave di argilla per le ceramiche, una discarica comune a servizio, inizialmente, dei comuni della montagna.

Nel 2004 la Comunità Montana cede ad AGAC la struttura che finora ha accolto circa 2 milioni di tonnellate di rifiuti provenienti da tutta la provincia di Reggio e, ma in piccola parte, anche da altre province.

Al momento si sta utilizzando il quinto lotto della discarica che ha ancora una capienza di circa 80.000 mc. pari all’apporto previsto di un anno.

Oltre il margine c'è il sesto lotto
Oltre il margine c'è il sesto lotto

E’ già disponibile un sesto lotto, che attende l’approvazione degli organi amministrativi e, in specifico, della Regione che sta preparando un proprio piano poliennale dei rifiuti.

Senza tale Piano il sesto lotto non potrà essere usato.

Nei piani di IREN Ambiente il sistema di smaltimento in provincia di Reggio dovrebbe essere centrato su tre strutture: la discarica di Poiatica, l’impianto TMB da realizzare e la discarica di Novellara che però dovrebbe chiudere entro pochi anni.

Il tutto è condizionato dalla approvazione del Piano regionale.

Per quanto riguarda Poiatica, se fosse approvato il sesto lotto la prospettiva è di una permanenza in attività per molti anni a venire, in quanto si prevede che le quantità di rifiuto indifferenziato dovranno ridursi notevolmente e le quantità di scarti provenienti dal TMB saranno limitate.

L’ing. Paterlini ha rassicurato sul tema delle frane affermando che la discarica è stabile e che comunque sono attivi sistemi di controllo che permettono di intervenire nei tempi e nei modi giusti per evitare rischi.

A domanda precisa l’ing. Paterlini risponde che non esiste al momento un “piano B” nel caso la Regione decida di non dare il via al sesto lotto e di chiudere Poiatica; toccherà infatti alla Regione stessa definire le modalità di smaltimento dei rifiuti.

In sostanza l’azienda IREN è un mero esecutore che opera al meglio per applicare le leggi che regolano la materia.

Il fronte di lavorazione dei rifiuti
Il fronte di lavorazione dei rifiuti

E in effetti l’impressione ricevuta dalla visita è stata quella di una buona organizzazione del lavoro, tanto che non si avvertivano nemmeno più di tanto, e solo nell’area in cui si stavano lavorando i rifiuti, gli odori che invece qualche volta sono stati avvertiti anche a qualche chilometro di distanza.

Un rappresentante dei comitati locali per la chiusura di Poiatica, che erano presenti in quattro o cinque, ha confidato in privato che non avevano visto, nelle loro frequenti visite, tanto ordine.

In sostanza ormai la questione di Poiatica si giocherà in Regione nell’iter di approvazione del Piano regionale e sarà qui che si deciderà se Poiatica rimarrà attiva ancora per almeno una ventina di anni o se le istanze dei comitati per la chiusura verranno accolte.

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