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Fabio Filippi ci scrive la sua replica: “Sì a TeatroLab, no alla cultura comunista o cattocomunista”

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Di nuovo la parola al consigliere regionale Fabio Filippi, il quale, dopo il suo primo intervento e le successive note dei lettori e dell'assessore provinciale Ilenia Malavasi, ci invia oggi la sua replica.

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L’intolleranza dei fautori delle "porte aperte" agli immigrati

Mi è capitato di scorrere i commenti “poco gentili” pubblicati sul periodico online “Redacon”, a commento di mie, peraltro legittime, considerazioni sul fenomeno dell’immigrazione, soprattutto quella clandestina. Preciso di non aver nulla contro il Festival internazionale TeatroLab. Ciò premesso confermo il mio dissenso verso quella cultura comunista o catto-comunista che continua a presentare il fenomeno dell’immigrazione come un fatto ideologico e non politico.

In quanto eletto dai cittadini non posso trascurare il fatto che un’immigrazione incontrollata ed illimitata crea gravi problemi non solo all’Italia, ma all’intera Europa: problemi economici, di sicurezza e di convivenza, che non possono essere ignorati.

Ritengo sia divenuta ormai improrogabile la necessità di bloccare il flusso continuo di clandestini extracomunitari verso Lampedusa, per loro porta dell’Europa.

Sto parlando, ovviamente, di immigrati clandestini, in quanto i rifugiati per motivi politici o i richiedenti asilo politico devono essere accolti, una volta accertata l’effettiva condizione dichiarata, secondo le disposizioni internazionali.

Occorrono più controlli sulla regolarità dei permessi di soggiorno e sull’autenticità dei documenti d’identità, spesso falsificati da organizzazione criminali che speculano sull’immigrazione clandestina.

Smettiamola dunque con la retorica mielosa dei viaggi dei disperati: gli immigrati clandestini sborsano ciascuno migliaia di dollari per pagarsi il passaggio, in maggioranza sono persone attratte dal mito della ricchezza facile e dal “paradiso” promesso loro dalla pubblicità che gli arriva attraverso le antenne paraboliche.

Non è da escludere, tra loro, anche la presenza di spacciatori di droga e piccoli criminali, che sfruttano la condizione di clandestinità per agire più liberamente o, peggio, di terroristi (penso al dramma di Tolosa). L’immigrazione clandestina non avviene solo via mare: molti immigrati extracomunitari, che vengono in Italia con visto turistico, alla  scadenza del visto stesso non ritornano nei loro paesi, trasformandosi così in clandestini.

Fra coloro che chiedono di aprire le frontiere indiscriminatamente a tutti gli immigrati non vi sono solo i fautori, per ragioni ideologiche, della soluzione che prevede "porte aperte" per gli immigrati, ma anche coloro che li usano, pagandoli in nero, per la  raccolta dei pomodori, nel commercio e nell’artigianato abusivo o nell’edilizia.

Questi ultimi non sono nè filantropi nè benefattori, ma solo degli approfittatori che in questo modo si assicurano manodopera in nero e a basso costo. Consiglio quindi ai fautori delle "porte aperte" molta attenzione, per non finire col fare il gioco, anche se forse inconsapevole, degli approfittatori, di coloro che speculano sull'immigrazione clandestina.

(Fabio Filippi)

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Correlati:

- “Terzomondismo peloso e internazionalismo proletario” (21 marzo 2012)

- L’assessore Malavasi: “TeatroLab, un posto in prima fila è riservato a Filippi” (21 marzo 2012)

 

8 COMMENTS

  1. Bene, mi sembra giusto e doveroso che il Consigliere Filippi controreplichi a ciò che abbiamo scritto in risposta alle sue dichiarazioni di ieri… Il che mi conferma la mia teoria del “purchè se ne parli (di me)” alla base del pensiero filippiano! Ed è la dimostrazione che ciò che dicevo in altri commenti, che il ragionamento del “terzomondismo peloso” non c’entrava una mazza con TeatroLab! Per quello che dice nell’intervento odierno non voglio commentare ulteriormente, sono come sempre in disaccordo con quanto dice Filippi, ma sarebbe un discorso troppo lungo, non voglio annoiarvi, ci pensano già altri!

    (Mauro Pigozzi)

  2. Commenti poco gentili, ma legittimi, vero Ing. Filippi? Tanto quanto le sue dichiarazioni che saranno certo legittime ma non per questo pertinenti o intelligenti. Non parliamo poi del suo intervento e della sua replica che prendendo spunto dal TeatroLab veleggia con toni da propaganda elettorale su temi che nulla hanno a che vedere. A scuola le hanno insegnato cos’è un “fuori tema”?, pare lei ne sia un virtuoso.

    (Celeste Grisendi)

  3. …non tutti i clandestini han la fortuna di nascere nipoti di Mubarak… Inoltre mi chiedo: ma che c’entra Tolosa con i clandestini visto che Merah era di nazionalità francese??? A volte prima di scrivere bisognerebbe quantomeno informarsi.

    (Alessandro)

  4. Stranamente concordo su una cosa con il consigliere Filippi, le sue erano legittime considerazioni, lo erano anche quelle dei lettori. Detto questo, per il resto non condivido nulla.
    Parla di cultura catto-comunista, quindi lo stesso consigliere dovrebbe capire almeno la parte catto (abbreviazione di cattolico) visto che lo riguarda! Fare l’equazione immigrazione=problema è un atto ideologico, non politico, oltre che tendenzioso. I problemi economici dell’Italia e dell’Europa non derivano certo dall’immigrazione, basta sentire in merito gli economisti (che certo non sono dei comunisti!). La sicurezza è un problema indipendentemente dalla migrazione, gli spacciatori ci sono sempre stati, come i criminali. Basta punire i colpevoli a prescindere dalla nazionalità.
    Sulla convivenza bisogna ringraziare chi, come Teatrolab, cerca di preparare i giovani a un mondo dove si dovrà convivere, a meno che si scelga di vivere in eterno conflitto.
    I viaggi sono disperati, nessuna ricerca del “paradiso” (anche perchè tutti sappiamo che il paradiso non c’è, almeno su questa terra), nessuna aspirazione a una facile ricchezza, ma una legittima aspirazione, quella sì, alla sopravvivenza, di quello si tratta. Semmai per correttezza ci sarebbe da chiedersi perchè tante persone rischiano la vita, i risparmi di una intera famiglia lasciando il proprio paese e gli affetti per cercare una qualche forma di sopravvivenza lontano… Forse perchè c’è una parte di mondo (il nostro) che si accaparra il 60% (alcune fonti dicono 80%) delle risorse mondiali e pretende che il resto del mondo si accontenti delle briciole e possibilmente muoia senza troppo rumore, senza darci fastidio; dopo tutto noi che colpa ne abbiamo se siamo nati nel posto giusto??? Vero consigliere? Basta qualche spicciolo nel cestino delle offerte domenicali e la coscienza tace.
    Lei dice i “fautori delle porte aperte”, io personalmente non ne conosco; conosco persone dotate di buon senso che cercano di comprendere che l’immigrazione può e dev’essere vista anche come opportunità (e non intendo per chi sfrutta il lavoro nero!!) e non solo come problema. La mia non è una presa di posizione ideologica, è una posizione dovuta alla convinzione che un fenomeno antico e moderno (ci sono sempre state ondate di migranti, noi italiani ne siamo un esempio!) non si può certo arrestarlo, è bene prepararsi ad affrontarlo e senza alcun voluto allarmismo trovare soluzioni a breve e lungo termine. Come vorrebbe fermare gli sbarchi a Lampedusa???? Spariamo ai barconi? Recintiamo le coste con filo spinato ad alta tensione? Allora bando alle ipocrisie, ci dica se è la sua posizione consigliere. Come fermare il flusso dei migranti? Lei è un politico, oltre a lanciare allarmi e anatemi ci dica soluzioni praticabili. Ovviamente, mi lasci fare le legittime considerazioni in merito alle sue risposte.
    Ci sarebbero molte cose da dire ancora… ma ne vorrei dire una semplice e forse la più importante. Spesso (e non è solo lei, sia chiaro) si parla di immigrazione, di problema, non si pensa che parliamo di essere umani in primo, con una loro dignità, una loro storia, un loro vissuto, una loro vita… Tante parole e poca attenzione a chi si sente toccato in prima persona, a chi il dolore, e mi creda è un vero dolore, di chi è costretto a lasciare il “suo mondo”, i suoi luoghi, i suoi cari… Tutto e deve partire, già deve partire…
    Lei dice di tenere alla famiglia, le credo; per questo le chiedo di non dare per scontato il dolore di altri a lasciare la propria; lei dice di amare questi luoghi e le credo, quindi le chiedo: non sottovaluti il dolore di chi deve lasciare il suo di paese. Mi creda, io ho visto quel dolore! Se le sono sembrati poco gentili i commenti al suo comunicato si chieda come i ragazzi profughi che lei ha “attaccato” si sono sentiti? O come si sentono i tanti immigrati che lei continuamente addita come un problema? Forse in futuro, quando esprimerà le sue legittime idee contro l’immigrazione, mi auguro lo faccia non dimenticando che le sue parole parlano di persone in carne ed ossa e non di esseri indistinti.
    Saluti.

    (Monja Beneventi)

  5. Solo un’ultima cosa: cerchi di essere più preciso quando parla di certi temi sensibili, in particolare quando si riferisce alla tragedia di Tolosa. Il terrorista era musulmano, era di origine algerina, ma era francese a tutti gli effetti… Quindi non si trattava proprio di un nordafricano arrivato a Lampedusa su di una carretta dei mari clandestinamente, nè entrato in Francia con visto turistico! Tirare in ballo questa vicenda nel suo ragionamento non è proprio corretto, o meglio, ne aprirebbe un altro sul diritto di cittadinanza, ancor più lungo ed impervio di quello sull’immigrazione “spiccia”! Tralasciando il fatto che c’è differenza tra la società multietnica francese (vedi alla voce “colonie”) e quella italiana…

    (Mauro Pigozzi)

  6. Signor Filippi, i comunisti e i cattacomunisti li vede solo lei, la cultura è mossa da altre cose, gli artisti usano organi come il cuore, la fantasia, l’anima, che purtroppo i politici hanno scordato d’avere, sono troppo impegnati con gesti di clamore, notizione con poco spessore, solo ed esclusivamente per farsi notare… non so da chi?

    (Antenore)